PROGETTO RECUPERO DELLA SCORIA DI AFFINAZIONE (SCORIA BIANCA) COME MATERIALE SUSSIDIARIO FONDENTE NEL PROCESSO DI FUSIONE IN EAF.
L’impianto è stato sviluppato con l’intento specifico di riutilizzare internamente un flusso di materiale inerte, prodotto con continuità durante il processo produttivo, che presenta caratteristiche chimico-fisiche idonee alla sua re-immissione nel ciclo industriale dello stabilimento, in sostituzione di materia prima (cosiddetta “fondente”). Nello specifico, si opera un trattamento e una preparazione merceologica del residuo che si origina dalla fase di affinazione dell’acciaio in siviera (scoria bianca) e che presenta un elevato contenuto residuale di ossido di calcio, per l’ottenimento di un prodotto fondente di idonea pezzatura da insufflare nel forno fusorio EAF, in parziale sostituzione della materia prima di origine calcarea, con lo scopo di agevolare la formazione di scorie schiumose, migliorare l’efficienza energetica del forno e ridurre il consumo di refrattari.
L’introduzione di tale lavorazione, che va ad aggiungersi alle operazioni già tipicamente eseguite nel processo siderurgico a fini ambientali, presenta una forte valenza innovativa e consente di apportare ulteriori importanti benefici a molte matrici ambientali interessate dalle attività svolte nello stabilimento Beltrame. I primi test hanno fornito risultati molto promettenti, portando ad ipotizzare una percentuale di riutilizzo interno di scoria bianca intorno al 35-40 % della produzione complessiva annua. L’impatto positivo nella limitazione nel consumo del territorio sarà quantificabile a regime in una riduzione di circa 10.000 tonnellate annue nell’estrazione di materia prima (impatto ambientale primario) e in una diminuzione dei volumi conferiti in discarica pari a circa 15.000 m3 (impatto ambientale secondario). Questo minore uso del territorio si manifesterà anche sull’ambito paesaggistico legato indirettamente alle attività estrattive e di messa a dimora di rifiuti. Analogo beneficio lo si potrà ottenere in ambito logistico e di inquinamento atmosferico, con una riduzione del flusso di automezzi quantificabile in circa 1000 veicoli/anno, corrispondente ad una diminuzione delle emissioni di polveri sottili e di inquinanti secondari lungo le tratte di percorrenza dei mezzi.